Column N.18 – Tenebrae In Perpetuum & Impavida (2019)

 

Nei periodi estivi il materiale per le colonne domenicali latita maggiormente, non è una sorpresa; ma dopo qualche settimana di assenza di novità adatte a questo fronte, come sempre accade, il sottosuolo ribollisce più fremente di prima e tutto piomba sul tavolo insieme, accavallandosi, accumulandosi, ma se non altro permettendo a chi vi scrive di rimediare con qualche gustosissimo colpo alla pausa forzata – e di farlo in grande stile.
Questa, con ogni probabilità, ce la ricorderemo infatti come la colonna di chi non muore e alla fine si rivede. O di chi muore troppo, dentro, e quindi si fa risentire all’improvviso e dal nulla facendo -nenanche a dirlo- Black Metal con ancora più maturità e forza espressiva di prima. In ogni caso, entrambi gli oscuri soggetti che donano del nuovo materiale per l’occasione non si facevano sentire con nuova musica da ben dieci anni suonati. Mica pochi. Entrambi dati quindi comprensibilmente per persi.
E invece: partiamo da quelli che, se ci avete seguito in settimana (e ancor prima, in realtà), sono un po’ meno una sorpresa dato che potreste aver finanche già goduto dell’ascolto del brano. Ma nulla, davvero nulla, ci impedisce di donare il meritato spazio (e qualche dovuta info in più) anche in questa sede ai nostrani Tenebrae In perpetuum a due lustri di distanza da “L’Eterno Maligno Silenzio” grazie a “Dissonanze Mentali”, che vi abbiamo felicemente già presentato in esclusiva questo giovedì in playlist, così da parlarne un po’ meglio. Vi abbiamo già detto che il brano aprirà il disco, “Anorexia Obscura” (in uscita il 30 agosto per Debemur Morti), e che il quarto full-length del gruppo con base trentina conterrà sette ricchi brani – di cui parleremo per forza di cose più avanti. Vi abbiamo anche già detto che quello che fu per anni un trio (comunque sempre al servizio di Atratus di fama Beatrìk) oggi è un duo alla cui mente si vanno ad aggiungere braccia e gambe di Chimsicrin (Strix e Lorn tra gli altri) dietro al drum-kit.
Quello che non avevamo avuto ancora modo di dirvi in maniera un po’ più estesa è che quel che ascoltate in “Dissonanze Mentali” è soltanto il preludio, comunque fortemente indicativo, di un’intelligente e sottile (ma tutt’altro che passibile d’inosservanza) maturazione stilistica: senza tradire la pacca grezza, lo-fi e raw dell’operato con cui in tre dischi i Nostri sono divenuti apprezzati e stimati, l’innegabile evoluzione trasporta la band in avanti di dieci anni -che si sentono, fortunatamente, tutti- in una direzione più avanguardistica e decisamente personale, fosse anche solo (ma non solo) per l’uso del rumorismo Noise e della deviata elettronica che donano una veste inaspettatamente cerebrale e sperimentale al suono ancor più macabro e significativo dei Tenebrae In Perpetuum. A leggere sembra chissà quale rivoluzione per una band simile, eppure, ascoltando, finisce per sembrare una mutazione in un sodalizio quasi inevitabile. Se non l’avete ancora provato, “Dissonanze Mentali” ve ne dà un ottimo assaggio.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Dissonanze Mentali”
2. “Anorexia Obscura”
3. “Oscillazione Ipnotica Profonda”
4. “L’Epoca Oscura Del Caos”
5. “Nero, Oscuro Concetto Di Assoluto”
6. “Criogenia Letale”
7. “Silicio Freddo”
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Non solo dieci ma addirittura undici anni, per la precisione, sono serviti ai tedeschi Impavida per tornare sui loro passi e riprendere le fila del discorso interrotte subito dopo l’apprezzato debutto “Eerie Sceneries”.
Stando alle parole del mastermind, Impavida come entità in musica non aveva motivo di continuare essendo qualcosa di troppo legato ad un periodo preciso e, dopo il 2008, superato. Sempre secondo le parole del polistrumentista tedesco (che non si è più avvalso, per la batteria, dell’anima degli ormai sempre più lontani Lantlôs, ma dell’anonimo He, Who Walketh The Void), la passione per un certo tipo di sonorità, al contrario, non è mai passata; una vera fortuna per noi, perché sperimentazione dopo sperimentazione si giunge così alla naturale creazione dell’inaspettato (persino da chi l’ha composto) “Antipode”, marchiato (di nuovo) Ván Records, fuori e ascoltabile nella sua interezza a totale brucio e senza particolari squilli di fanfare dall’inizio della settimana. Nonostante l’uscita ufficiale sembri ancora fissata per il 12, il disco (limitato) è in realtà già acquistabile e in distribuzione.
Se non avete ancora mai fatto la conoscenza degli Impavida, pertanto, è decisamente giunto il momento – fornitovi per di più da un’occasione imperdibile e decisamente adatta quale si presenta “Antipode”; dall’alto della sua omogeneità scegliere un solo brano per introdurvelo oggi è stato piuttosto semplice perché basta andare sulla tanto lunga quanto pregevole opener “Demons’ Eerie Flutes Accompany With The Decay Of Corpses Defiled” per non sbagliare: brano che non mancherà di farvi immergere nel personale modo di intendere la più straziante materia Black Metal del gruppo – mai troppo dissonante, eppure melodicamente ricercato, sempre fluido ma mai troppo immediato, pur rimanendo di estrema godibilità fin dai primi approcci per le particolarità e dinamicità che presenta. Chiamatelo Depressive (in quel caso concorderete che di questa fattura, oscurità, unicità e livello è materia alquanto rara), chiamatelo forse più adeguatamente Atmospheric; poi però ascoltate il resto dell’album.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Demons’ Eerie Flutes Accompany With The Decay Of Corpses Defiled”
2. “Corpse Devourer”
3. “The First Flame Initiates The Cleansing Of Putrid Terrestrial Spirits”
4. “Towards The Pyre”
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Matteo “Theo” Damiani

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